L’introduzione di organismi alieni potenzialmente nocivi per l’agricoltura può causare ingenti danni alle colture e alle piante da frutto, soprattutto quando queste specie riescono ad adattarsi rapidamente alle condizioni climatiche e ambientali delle aree invase. L’intensificazione della mobilità di persone e merci su scala globale, insieme ai cambiamenti climatici in atto, rappresenta una delle principali cause della diffusione di insetti alieni in nuovi territori, con gravi impatti su ecosistemi, attività agricole e salute.
Se da un lato non è possibile evitare completamente l’arrivo di nuove specie, dall’altro è fondamentale ridurne l’impatto negativo attraverso strategie strutturate e sostenibili, evitando approcci puramente emergenziali. La mancanza di antagonisti naturali specializzati nelle aree di nuova introduzione favorisce infatti esplosioni demografiche di alcune specie invasive, rendendo difficile un contenimento efficace delle loro popolazioni con i soli mezzi tradizionali. Ne sono un esempio il moscerino asiatico dei piccoli frutti (Drosophila suzukii) e la cimice asiatica (Halyomorpha halys), due delle specie aliene più problematiche per l’agricoltura trentina e nazionale.
Grazie a finanziamenti mirati della Provincia autonoma di Trento, nel 2020 è stato avviato il primo progetto SWAT (Samurai Wasps Action Team), concluso nel 2022, seguito nel 2023 da SWAT2 e, per il triennio 2024-2027, dal progetto SWAT3. Questi programmi sono stati ideati per sviluppare e applicare strategie di lotta biologica classica contro le specie invasive D. suzukii e H. halys.
La Fondazione Edmund Mach (FEM), consapevole che la gestione delle specie invasive rappresenta uno dei temi chiave per preservare la redditività e la sostenibilità dell’agricoltura locale, si è dotata delle infrastrutture e competenze necessarie per affrontare queste sfide con l’unica strategia veramente efficace e duratura: la lotta biologica classica. A seguito della modifica normativa introdotta nel 2019, FEM ha potuto avviare il progetto SWAT, dotandosi di strutture di quarantena specifiche e valorizzando le proprie competenze nel controllo biologico per studiare, allevare e applicare antagonisti esotici in programmi strutturati di lotta biologica classica, in collaborazione con istituzioni, associazioni private ed enti scientifici nazionali e internazionali.
I progetti SWAT prevedono attività integrate di valutazione del rischio, allevamento, moltiplicazione e rilascio in campo di antagonisti naturali, avvalendosi della collaborazione di APOT (Associazione Produttori Ortofrutticoli Trentini), che contribuisce con cofinanziamenti a dottorati di ricerca e tecnici stagionali. Un ruolo centrale è svolto dal CREA (Consiglio per la ricerca in agricoltura e l’analisi dell’economia agraria, sede di Firenze), in particolare per le attività di studio, monitoraggio e distribuzione dei parassitoidi di D. suzukii e H. halys, mentre cruciale è l’azione del Servizio Fitosanitario Nazionale e dell’Ufficio Fitosanitario Provinciale per l’autorizzazione e il coordinamento operativo.
Nel corso dei progetti SWAT e SWAT2 (2020-2023), FEM ha avviato con successo i programmi di rilascio del parassitoide esotico T. japonicus contro la cimice asiatica (H. halys), favorendo l’insediamento e la redistribuzione di questo antagonista naturale sul territorio trentino. Parallelamente, dal 2021, sono stati effettuati rilasci crescenti di G. brasiliensis, il parassitoide esotico di D. suzukii.
Con il progetto SWAT3 (2024-2026) queste attività vengono ulteriormente potenziate per garantire un’istaurazione più stabile e capillare di entrambi i parassitoidi sul territorio, consolidando così i benefici della lotta biologica classica. Inoltre, SWAT3 supporta le attività di monitoraggio obbligatorie per valutare l’efficacia e gli impatti dei parassitoidi rilasciati sia sulle specie target sia su quelle non target, con un programma di monitoraggio che, come da regolamento ministeriale, deve estendersi per almeno cinque anni dall’ultimo rilascio.
Grazie a queste esperienze e alle infrastrutture tecnologiche di cui dispone FEM si configura oggi come un centro di competenza strategico ed un punto di riferimento nazionale per la gestione integrata di programmi di lotta biologica classica, dalla valutazione del rischio alla moltiplicazione e rilascio in campo. Un patrimonio di conoscenze, tecnologie e collaborazioni scientifiche che risulta essenziale non solo per affrontare le specie invasive attuali, ma anche per prepararsi in modo rapido, efficace e sostenibile alle nuove minacce fitosanitarie che si presenteranno in futuro.