Monitoraggio
e trappole multistimolo
Il monitoraggio può essere riferito a due ambiti:
1. Monitoraggio “territoriale” in senso lato, con il quale ci si prefigge l’obiettivo di rilevare lo sviluppo della cimice asiatica fin dalla sua uscita dai siti di svernamento ed in particolare su quelle piante ospiti spontanee o siepi sulle quali sono presenti i frutti su cui inizia a nutrirsi.
2. Monitoraggio di “campagna”, che ha lo scopo di verificare il momento di entrata del fitofago nel frutteto, per poter impostare la difesa fitosanitaria.
Gli strumenti di monitoraggio sono tre: trappole commerciali innescate con feromone di aggregazione, frappage e controlli visuali. I primi due sono adatti alle aree esterne al frutteto e forniscono indicazioni sulla dinamica di popolazione nelle prime fasi di sviluppo (principalmente su siepi e piante di bordo). Nel meleto, il controllo visuale è il metodo di monitoraggio più indicato ed è opportuno realizzarlo a partire dallo stadio di frutto noce. Con il frappage infatti molti frutti potrebbero cadere o essere danneggiati.
Normalmente i primi siti da monitorare a livello territoriale sono le aree di bordo delle superfici a frutteto, la vegetazione spontanea lungo i corsi d’acqua e le scoline, le siepi, le fasce boscate, ed altre eventuali colture ospiti come orticole e seminativi.
Trappole multistimolo: il binomio feromoni e vibrazioni
Una trappola per funzionare necessita di un attrattivo. Deve catturare e, meglio ancora, deve poterlo fare a basse densità di popolazione e durante tutta la fase attiva del ciclo della specie bersaglio. Una trappola che cattura con grande efficacia è una trappola che fornisce informazioni di tipo “early warning”, cioè di allerta precoce, che scova l’insetto non appena in circolazione.
Ciò implica, però, l’uso di attrattivi potenti, cui le cimici faticano a resistere, ma anche di trappole disegnate nel modo giusto, in grado di invitare, nel senso letterale del termine, l’individuo ad entrare senza avere poi la possibilità di uscirne. Lo stimolo universalmente usato per la cattura della cimice asiatica è una miscela di due sostanze: l’epoxy-bisabolen-olo, feromone di aggregazione prodotto dai maschi della cimice asiatica, ed il methyl- (E,E,Z)-2,4,6-decatrienoate (o MDT) che di fatto è il feromone di un’altra cimice, la Plautia stali.
Questo blend ha una notevole capacità attrattiva nei confronti di tutti gli individui, maschi, femmine e giovani, i quali si affollano sulla vegetazione intorno alla trappola. Il problema è che il rapporto tra numero di esemplari attirati e catturati è molto basso, stimato tra il 5-10%. Insomma, le trappole attirano molto, ma non catturano adeguatamente. Perché? La ragione principale per cui le cimici non entrano nelle trappole in gran numero è la natura stessa del feromone. Il feromone come sappiamo ha una funzione di aggregazione, cioè porta gli esemplari in un’area vicina alla fonte di emissione, il dispenser, ma non li indirizza sullo stesso. Nelle cimici infatti la comunicazione sessuale non è mediata da feromoni bensì da vibrazioni. Nella sequenza di accoppiamento la femmina chiama, il maschio risponde ed i due iniziano a duettare. Dopodiché, mentre la femmina continua a chiamare, il maschio si muove alla sua ricerca seguendone la traccia vibrazionale. Infine i due si accoppiano. In questo scenario il segnale femminile è un potente attrattivo verso i maschi, non differente per ruolo e potenza dai feromoni sessuali dei Lepidotteri.
La sfida è stata, quindi, immaginare una sinergia bi-stimolo: odori e vibrazioni, chimica e fisica. Una trappola migliorativa rispetto a quelle in commercio, capace di convogliare un maggior numero di maschi e quindi di incrementare significativamente il tasso di catture. Si è arrivati quindi alla realizzazione di vari prototipi di trappole bi-stimolo. Gli esperimenti svolti con queste trappole evidenziato un aumento di catture (dei maschi) nell’ordine di 2-5 volte rispetto alle trappole commerciali di confronto. Durante il 2020 saranno svolti altri biosaggi per capire a pieno il potenziale delle nuove trappole.
Altri modelli sono allo studio per valorizzare il flusso di feromone, per migliorare il sistema di cattura in vista di strategie di cattura massale, per facilitare la manualità delle operazioni di scarico degli insetti catturati considerando anche la fase di aggregazione che precede la diapausa invernale.