Altre tecniche di contenimento

Le principali tecniche di contenimento della cimice attualmente utilizzate sono le barriere fisiche (che cercano di impedire all’insetto di entrare nel frutteto) e i mezzi chimici. Come confermato dalle esperienze di gestione adottate da aziende agricole di altre aree frutticole interessate al problema della cimice asiatica da diversi anni, il risultato migliore si ottiene dall’impiego combinato di entrambe le tecniche.


Reti antigrandine/antinsetto

Le reti antigrandine creano un primo “livello” di barriera. La maglia antigrandine (solitamente 4x7 mm) è sufficiente ad impedire un’entrata diretta degli adulti. La rete dev’essere il più possibile integra e l’intero impianto deve essere dotato di accorgimenti che limitino il più possibile le aperture). Le reti antinsetto possono essere collocate sulla singola fila (impianto monofila) o a completamento delle reti antigrandine lungo le file di bordo e frontalmente alle file (monoblocco). La maglia più ridotta (è sufficiente 4x4mm) impedisce l’ingresso degli stadi giovanili, già a partire dalla seconda età (primo stadio “effettivamente mobile”). È importante che le reti siano distese prima che l’insetto inizi a migrare dai siti di svernamento verso il frutteto e, appena terminata questa operazione è consigliabile utilizzare un insetticida attivo anche nei confronti della cimice. È fondamentale altresì verificare che alcuni individui non abbiano svernato all’interno del frutteto in luoghi riparati dal freddo invernale come le fessure dei cappucci copri-palo, le stesse reti arrotolate, piccoli manufatti ecc. da cui sono in grado di fuoriuscire, riprodursi e creare danno.


Trattamenti con prodotti fitosanitari

La difesa basata esclusivamente sull’utilizzo di prodotti fitosanitari non è risolutiva né sufficientemente efficace, soprattutto con una elevata pressione della cimice asiatica. Le sostanze attive efficaci sono poche, la loro modalità di azione è solitamente per contatto diretto e la persistenza del loro effetto è limitata dalla possibile continua reinfestazione da parte di giovani e adulti. Il trattamento è pertanto tanto più efficace quanto più è eseguito in tempi brevi (1-2 giorni) e su larga scala (tutti i frutteti della zona interessata), in modo da massimizzare l’effetto abbattente sulla popolazione presente (strategia territoriale). I trattamenti localizzati sulle file di bordo oppure eseguiti a file alterne possono avere efficacia solo in situazioni o momenti particolari della stagione.


Gestione del cotico erboso e delle aree limitrofe ai frutteti

È necessario sfalciare periodicamente il cotico erboso prima della spigatura di graminacee quali il giavone o della fioritura di chenopodio, amaranto o erba morella, le quali sono una fonte di rifugio e di alimentazione della cimice. È altresì importante curare lo sfalcio di aree limitrofe ai frutteti quali capezzagne, sponde delle scoline, bordi di strade, ferrovie siepi, altre colture di rilevante estensione come la vite.


Trappole di cattura massale

Non esistono ad oggi vere e proprie trappole per la cattura massale. Diverse esperienze sono in corso soprattutto per sviluppare il metodo di attrazione. I feromoni di aggregazione attualmente disponibili e impiegati nelle trappole finora sperimentate hanno un raggio di attività limitato a circa 10 metri. Sono in corso delle esperienze finalizzate allo sviluppo di strumenti da utilizzarsi in strategie di controllo di cattura massale e attract-and-kill: queste ultime sono trappole che combinano l’attrattività del feromone e l’effetto letale di una rete insetticida che porta a morte le cimici che si posano su di essa.

Il controllo della cimice asiatica con la Tecnica dell’insetto sterile (SIT)

All’interno di una strategia di controllo integrato per la cimice asiatica, si sta valutando anche la possibilità di utilizzare la tecnica dell’insetto sterile (Sterile Insect technique - SIT), come ulteriore strumento da affiancare alle diverse pratiche di controllo. Tale tecnica, già utilizzata con successo per il controllo di altri insetti parassiti di interesse agrario come Cydia pomonella e Ceratitis capitata (quest’ultima anche in Provincia di Trento), potrebbe - a seguito di opportune valutazioni - fornire il suo contributo nel biocontrollo di questa specie invasiva.

La tecnica dell’insetto sterile è un metodo di controllo delle nascite degli insetti che prevede il rilascio nell’ambiente di adulti sterilizzati, generalmente maschi, con lo scopo di ridurre la fertilità della popolazione della stessa specie. La sterilità dei maschi può essere ottenuta tramite diverse tecniche: la più comune è forse quella di sottoporre gli individui a delle radiazioni γ (gamma). Tali radiazioni andando a colpire i cromosomi (dunque il DNA) all’interno delle cellule, sono in grado di indurre in essi delle mutazioni letali dominanti. Essendo le cellule in riproduzione (come quelle che daranno vita agli spermatozoi) quelle più sensibili alle radiazioni, il primo effetto dell’irraggiamento sarà quello di indurre la sterilità in tali individui.


il neozeleandese Prof. D.M. Suckling, crede fermamente nella possibilità dell’utilizzo di tale tecnica per il controllo della cimice asiatica, pensando soprattutto all’eradicazione nelle aree di recente colonizzazione (o nelle aree a rischio), e alla possibilità di affiancare tale tecnica alle altre pratiche di controllo biologico sul nostro territorio, mirando alla soppressione della popolazione di questo insetto. Su questi presupposti è nata nel 2018 una collaborazione coordinata da FEM, e che coinvolge oltre alla New Zealand Institute for Plant and Food Research, altri centri di ricerca come l’Agenzia Nazionale per le Nuove Tecnologie, l'Energia e lo Sviluppo Economico Sostenibile (ENEA Casaccia) di Roma che ha messo a disposizione l’impianto di irraggiamento “Calliope” che utilizza cobalto radioattivo (Co60), per consentirci di irraggiare gli insetti. Come per qualsiasi programma che preveda l’utilizzo di questa tecnica, sono necessarie diverse prove al fine di valutare, uno dopo l’altro, vari aspetti fondamentali, a partire dalla valutazione degli effetti dell’irraggiamento. Si sta cercando dunque di valutare quale possa essere la dose di irraggiamento ottimale tale da indurre sterilità senza alterare eccessivamente la fitness dell’insetto. Per l'irraggiamento si sta valutando anche la possibilità di utilizzare infrastrutture già presenti sul territorio come quelli presenti nelle strutture ospedaliere ed in questo senso è stata stabilita una collaborazione scientifica con l'ospedale Santa Chiara di Trento. Gli individui irraggiati a questo punto sono sottoposti a vari studi per la valutazione degli effetti dell’irraggiamento come sterilità, mortalità, ma anche studi di competizione sessuale con maschi fertili al fine di valutarne l’efficienza per questo tipo di programma.