Danni

Danni alle colture

La cimice asiatica vive e si alimenta su moltissime specie erbacee ed arboree sia coltivate che spontanee e quindi l’attività di monitoraggio richiede maggiore impegno ed una maggiore conoscenza dell’areale di produzione rispetto a quanto richiesto per insetti che interessano solo una singola coltura.


I sintomi dei danni a carico dei frutti in seguito alle punture di suzione di adulti, neanidi e ninfe sono dovuti al mancato sviluppo (che causa deformazione dei tessuti) o necrosi delle cellule danneggiate dallo stiletto e raggiunte dagli enzimi salivari. Le modificazioni morfologiche dei frutti sono diverse anche nella velocità con cui si manifestano in funzione della specie, della varietà e del momento in cui il frutto è danneggiato. Indicativamente, il sintomo si manifesta sulla mela dopo 15 -20 giorni, sulla ciliegia dopo 2-3 giorni, mentre su kiwi è visibile solo in prossimità della raccolta.


Le principali colture interessate dal problema della cimice asiatica sono:

  • Frutticole: melo, pero, ciliegio, pesco, susino, actinidia, olivo

  • Vite

  • Piccoli frutti: lampone, mora, fragola, mirtillo

  • Erbacee: mais, soia, girasole

  • Orticole: pomodoro, peperone, melanzana, fagiolo, pisello


Piante ospiti spontanee

Tra le piante arboree spontanee su cui la cimice asiatica è in grado di alimentarsi si annoverano: sambuco, rosa canina, corniolo, luppolo, acero, acacia, ailanto, nocciolo, frassino, bagolaro, gelso, viburno, biancospino. Vanno poi aggiunte altre piante ornamentali presenti in ambienti urbani su cui la cimice è presente soprattutto in primavera nelle prime fasi di sviluppo della nuova generazione e in autunno prima di migrare e rifugiarsi nei siti di svernamento al riparo dalle temperature invernali più rigide. Queste specie costituiscono siepi o boschi limitrofi ai frutteti, fungendo da punti di sviluppo della popolazione e zone di ingresso nel frutteto in estate.

Vi sono anche piante erbacee ospiti di cimice asiatica. Tra queste è frequente trovarla su giavone, amaranto, chenopodio, erba morella e topinambur.