Lotta biologica alle specie aliene

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L’introduzione di organismi alieni potenzialmente nocivi per l’agricoltura, può causare ingenti danni a colture vegetali e piante da frutto, in particolare quando questi alieni riescono ad adattarsi alle condizioni climatiche ed ambientali delle aree invase, come è il caso della cimice asiatica. Questo accade perché nelle aree di nuova introduzione la mancanza di antagonisti naturali specializzati, capaci di contenere le popolazioni infestanti, comporta il verificarsi di esplosioni demografiche.

L’intensificazione della mobilità delle persone e delle merci su scala planetaria, unitamente ai cambiamenti climatici in atto, sono ritenute essere le principali cause dell’introduzione di specie di insetti alieni in nuovi areali, con gravi impatti su ecosistemi, attività agricole e salute. L’agricoltura trentina non è rimasta immune da questo fenomeno e la cimice asiatica non è che l’ultima nella lunga lista di specie aliene che hanno messo a repentaglio la redditività delle nostre colture. Se da una parte il fenomeno non può essere evitato, dall'altra è altrettanto vero che è possibile ridurne l’impatto negativo qualora ci si prepari tempestivamente e adeguatamente, evitando di trattare questo tema come una “emergenza fitosanitaria”.


Il Progetto Lotta Biologica alle specie aliene

La FEM, consapevole che la gestione delle specie invasive è, e sarà, uno dei temi chiave per preservare la redditività delle nostre colture, si è attrezzata per farvi fronte con l’unica strategia veramente efficace e duratura: la lotta biologica classica. Ora che la normativa su questo tema è stata modificata, lo sviluppo di specifiche competenze nel controllo biologico e la disponibilità delle camere di quarantena ove sia possibile allevare e studiare il comportamento degli antagonisti esotici, sono il vero asso nella manica di cui può vantare la FEM, che le consente di sostenere ed implementare le azioni previste dal piano di azione nazionale per il controllo della cimice.

Di seguito presentiamo un programma di attività che prevede l’esecuzione dei lanci in campo di antagonisti per la lotta biologica.

Questo progetto, che ha beneficiato di un finanziamento speciale della Provincia autonoma di Trento, prevede di lavorare contemporaneamente sulle due specie invasive: Halyomorpha halys (la cimice asiatica) e Drosophila suzukii. Un contributo importante è fornito anche dall'Associazione Produttori Ortofrutticoli Trentini (APOT), la quale da anni cofinanzia dottorati di ricerca e l'assunzione di tecnici stagionali su questi temi. Un ruolo fondamentale in questi progetti a livello nazionale è svolto dal Consiglio per la ricerca in agricoltura e l'analisi dell'economia agraria (CREA Firenze), che nel caso della cimice asiatica ha prodotto lo studio di valutazione del rischio e sta coordinando le attività di monitoraggio e selezione dei siti di rilascio e la distribuzione dei nuclei di moltiplicazione dei parassitoidi. In tutte queste attività cruciale è anche l'azione del Servizio Fitosanitario Nazionale e di tutte le sue articolazioni locali, nel caso del Trentino l'Ufficio Fitosanitario Provinciale.

Nel caso della cimice asiatica, l’obiettivo perseguito in questo primo anno è l’insediamento e la redistribuzione del parassitoide nell’ambiente trentino. Nel caso di D. suzukii invece intendiamo concentrare l’attività di questo primo anno sulla predisposizione del dossier necessario per depositare la richiesta di autorizzazione al lancio del parassitoide esotico Ganaspis brasiliensis che potrebbe avvenire a partire dal 2021-2022. L’infrastruttura tecnologica in dotazione permetterà a FEM in collaborazione con il Centro Agricoltura Alimenti Ambiente (C3A) di organizzare in maniera logica le diverse fasi in cui si articolano le attività connesse con i programmi di lotta biologica classica (risk assessment, moltiplicazione, rilascio) e di candidarsi quale centro di competenza sia per far fronte ad emergenze fitosanitarie di interesse locale e nazionale.